Op. ANACONDA - David's Prophecy

OPERAZIONE ANACONDA – David’S Prophecy
Debriefing Mohicano - Lupi del Moncenisio – CHILD 08

24h, MSA, Piangelassa (TO)



Sit.Rep. e Op.Ord.:
Al nostro team viene assegnato il compito di indagare e confermare le ipotesi del Bureau riguardo ad un insediamento sulle montagne in cui è presunta una forte attività di Davidiani. Una setta religiosa già tristemente nota per gli eventi di Waco (Texas) nel 1993.
Dai rilevamenti satellitari e dalle ricognizioni a distanza è stata identificata una zona di particolare rilevanza, un compound di cinque edifici su più piani circondato da altri possibili edifici usati per la logistica della setta.
La nostra missione consiste nel verificare la reale pericolosità della setta Davidiana. Dai rilevamenti del Bureau risulta presente una alta concentrazione di radiazioni ed esiste il sospetto che si stiano preparando ad atti terrorismo a tutti i livelli usando autobombe e armi di distruzione di massa.
L’ultimo contatto avuto con l’infiltrato del Bureau nella setta fa presumere che sia stato scoperto e non abbiamo più sue notizie. Cercheremo di indagare sulla sua scomparsa.
Il Bureau ha inoltre ipotizzato che uno degli edifici lontani dal compound sia utilizzato come server-farm e che sia lì che vengono minate le cripto valute con cui la setta finanzia le sue attività.
Infine è necessario confermare che nell’A.O. sia presente il figlio di Koresh, chiamato C.C. Sbeho (HVT CCSBEHO) che presumiamo abbia ereditato il potere sulla setta autoproclamandosi “messia scelto dal signore”.



Area operativa e pianificazione:
L’A.O. è sviluppata sul versante nord della montagna, da 1300 metri s.l.m. a 1900 metri s.l.m. il che rende l’operazione particolarmente complicata. Consideriamo la temperatura di 2\3 gradi per la notte e una forte umidità. Il terreno è molto scosceso, costellato di valloni aperti che si alternano a pinete e vegetazione bassa.



Il veicolo di supporto ci scaricherà a Nord (quindi in basso) della A.O. tenendosi lontano dal compound per non destare sospetti, in fase di pianificazione decidiamo di andare a Est per verificare un’area in cui il satellite ha rilevato degli automezzi sospetti. Da lì procederemo a sud tenendoci fuori dalla portata delle eventuali pattuglie di presidio territoriale della setta. Terremo un profilo più basso possibile fino a quando non ci sarà davvero necessità di intervenire aprendo il fuoco. Procederemo, una volta raggiunta la quota prefissata, verso Ovest per arrivare dall’alto su un’area in cui presumiamo vi sia una fossa comune. Intendiamo produrre materiale probatorio da trasmettere al Bureau, in caso decidano di intervenire in maniera massiva più avanti, riguardo la effettiva efferatezza e minaccia dei Davidiani.
Una volta verificata quella zona inizieremo la discesa verso la server-farm puntando ad arrivarci con il buio per poter operare sfruttando il vantaggio tattico che la notte ci consente.
Decidiamo di tenere per ultimo il compito più arduo: verificare il compound al centro della A.O. in cui sappiamo esserci forte attività Op.For. e che siamo certi ci impegnerà per molto tempo.



Esecuzione:
Il veicolo appoggio ci lascia a bordo strada nella coordinata prestabilita senza intoppi. Iniziamo il movimento portandoci immediatamente nello sporco tenendoci a Sud della strada carrabile che costeggia l’A.O. a Nord. Troviamo agevolmente diversi tracciati (probabilmente usati dai vari allevatori della zona) e, tolto un fiumiciattolo attraversato con un po’ di scomodità, raggiungiamo velocemente un edificio che è in linea con la nostra strada verso la zona dei veicoli. Decidiamo di verificarlo per poterlo escludere dal futuro della missione, tutto libero e nessuna attività Davidiana. Procediamo attraversando la strada sterrata, che è sicuramente pattugliata, nel punto dove le curve sono più ampie correndo dritto per dritto su una sponda e togliendoci dalla visuale il più in fretta possibile. Faticaccia, ma ora siamo sul lato sicuro dell’A.O. e possiamo iniziare la salita con una discreta sicurezza in quanto coperti da costone di montagna che ci separa dalla strada pattugliata.
E’ una salita faticosa, soprattutto considerando l’equipaggiamento speciale che abbiamo portato per questa operazione. Drone, fotocamera con teleobiettivo, telemetro etc. pesucchiano e li sento ma, tra qualche maledizione e pause frequenti, arriviamo in zona.
Neanche il tempo di respirare e, sporgendomi appena fuori dalla nostra zona sicura, scorgo un furgone bianco.
Ci buttiamo immediatamente a terra, il furgone si trova a circa sessanta metri davanti a me, l’unica cosa che ho visto è che non sembrava presidiato ma non abbiamo conferma e non sappiamo nemmeno se sia effettivamente un possibile obiettivo. Decidiamo di salire ulteriormente per approcciare facendo meglio osservazione e con il vantaggio dell’altezza.
Lasciamo gli zaini circa un centinaio di metri più su (saranno poi di strada per le operazioni successive) e, dopo aver fatto una breve pausa, iniziamo l’avvicinamento. Lost e Geko sulla sinistra (parte alta) che faranno copertura e ci informeranno in caso di movimenti in avvicinamento e Lima ed io che, percorrendo un sentiero più in basso che porta direttamente al furgone, procederemo alla verifica. Sappiamo, viste le note informative del Bureau, che questo tipo di furgone viene utilizzato come autobomba sfruttando IED di diverse tipologie. Se confermiamo la presenza di questo genere di mezzi per il micro-terrorismo è necessario debilitarli.
Ci avviciniamo al veicolo da dietro, Lost e Geko, coperti e nascosti dagli alberi più in alto, hanno visuale sul vetro anteriore e non vedono tango quindi acceleriamo il passo. Arriviamo sul mezzo e subito notiamo dei cavi che, partendo dalla base del passeggero anteriore, finiscono nel retro.


Confermiamo che si tratta di un ordigno esplosivo. Non sappiamo ancora la tipologia e ci mettiamo ad ispezionare ogni possibile apertura perché saranno sicuramente allarmate e vogliamo evitare di incorrere in un intervento della QRF o di esplodere noi stessi.
Mentre stiamo per procedere all’apertura della portiera (che non sembra allarmata) riceviamo comunicazione da Geko di tango in avvicinamento dalla strada bassa.
Lima ed io ci buttiamo subito a terra e poi sotto la strada a destra in maniera da avere una buona linea di fuoco rimanendo in copertura. Abbiamo conferma di due tango in salita verso di noi.
Lost prende l’iniziativa insieme a Geko e tira giù il primo da sopra, subito io esco frontale, mi muovo verso l’ingaggio e, insieme a qualcun altro (non ricordo chi gli abbia tirato) colpisco il secondo target.
Siamo certi che il secondo abbia avuto il tempo di comunicare alla QRF che si trovava in pericolo quindi decidiamo di non rischiare e corriamo via verso il punto in cui abbiamo lasciato gli zaini. Ansimando li raggiungiamo velocemente e ci fermiamo ad ascoltare. Effettivamente, pochissimi secondi dopo esserci seduti, sentiamo un veicolo arrivare sul furgone e scaricare degli uomini. Senza dubbio armati perché sentiamo qualche sparo. Attendiamo che sgomberino e proveremo a ri-approcciare nella stessa maniera che risulta la migliore.
La zona è calda e approfittiamo di questa pausa per studiare il congegno a cui abbiamo fatto le foto poco prima. Dopo una ventina di minuti iniziamo nuovamente la discesa.
Sentiamo ancora voci di più persone sul nostro obiettivo. Rimaniamo congelati a una trentina di metri dal furgone, pronti all’ingaggio ma tranquilli. Lost e Geko sono posizionati come prima e, quando confermano che il veicolo se ne è andato, Lima ed io procediamo con velocita sul furgone. Tagliamo tutte e quattro le gomme per impedirgli di muoversi in tempo breve, apriamo la portiera lato guidatore, non è allarmata. Lima entra e taglia uno dei cavi che porta dall’innesco dell’ordigno al materiale esplosivo posto nel retro. Dopodiché apriamo il portellone posteriore e riconosciamo un ordigno promiscuo a base di Nitrato di Ammonio (NH4NO3).

Fotografiamo il tutto come elemento probatorio per il Bureau e corriamo via verso i nostri zaini più in alto.
E’ ora di procedere alla fase “spezzagambe” della missione.
Dobbiamo salire fino a quota 1750 metri facendo un sentiero che sale dritto per dritto. Faticaccia ma vale la pena, fatto questo avremo il resto dei nostri obiettivi in discesa e ci saremo ampiamente ripresi. Saliamo, un passo alla volta, PIANIN PIANOTTO (cit.) e si va ovunque. Riusciamo ad agganciare un sentiero un po’ più lieve e, in men che non si dica, siamo in quota.
Il meteo cambia all’improvviso e scende una nebbia fittissima che rende impossibile l’utilizzo del drone o della fotocamera a distanza. Visibilità di circa 20\30 metri (anche meno a volte). Poco male, adatteremo la nostra strategia a questa nuova condizione e non ci scoraggiamo, anzi il morale è alto. Mannaggia solo per il peso in più che sto portando inutilmente.


Il paesaggio è stupendo, ci sentiamo davvero invisibili nella nebbia. Procediamo silenziosamente…
Davanti a noi appare un piccolo edificio, verifichiamo anche questo per poterlo escludere. Si tratta di una piccola baita con un seminterrato molto buio. Tutto libero e nessuna traccia della setta.
Continuiamo lungo il sentiero in direzione Ovest, siamo a un centinaio di metri dal punto che abbiamo individuato come probabile per una eventuale fossa comune. Non ci siamo sbagliati, sentiamo un veicolo avvicinarsi e ci buttiamo a terra, siamo più in alto quindi abbastanza tranquilli, inoltre questa nebbia non permette di essere visti manco pagando.
Distinguiamo solo che si tratta di un pick-up bianco perché ci passa a una decina di metri per poi fermarsi più avanti nella nebbia.
Sentiamo vociare e ci avviciniamo, bassi, lentamente, siamo talmente vicini che riusciamo a distinguere perfettamente le parole che si scambiano le quattro persone.
“Eh, George Clooney” – “Già, già, George Clooney” sono solo alcune delle parole che ci segniamo (metti mai che sia un codice per qualcosa che ci servirà più avanti). Sentiamo gli uomini salutarsi, chiudere le portiere del pick-up, mettere in moto.
Aspettiamo che il mezzo si sia allontanato per iniziare l’approccio.
Torna ad esserci il silenzio, ci avviciniamo.
La nebbia copre la visuale quasi completamente, Lost ed io siamo più in alto, a sinistra, mentre Lima e Geko sono sulla strada e procedono dritti all’obiettivo.
Vedo un’ombra muoversi in direzione di Lima, l’altro tango è sotto di me. Sento solo “pew pew” seguito da un “tac tac” e poi “colpito” e vedo Lima uscire dalla nebbia dopo aver eliminato il tango che aveva davanti, procedo ad eliminare il mio target e mi butto sull’obiettivo.
Individuiamo effettivamente una fossa comune, scavata a bordo strada con cadaveri putrescenti ancora in vista. Riconosco un abito che avevo visto indossare all’infiltrato e, mentre io faccio le foto, Geko ispeziona i cadaveri trovando, in una delle tasche del nostro infiltrato K.I.A., un codice che ci servirà per tracciare la posizione del nostro HVT in tempo reale tramite un software trojan.


Confermato quindi che la setta approva e usa la forza indiscriminatamente, uccidendo senza pietà. Materiale probatorio raccolto, riprendiamo la formazione e ci spostiamo in zona sicura per fare rapporto via radio a Mother e per fare una pausa.
Ora è il momento di verificare l’affidabilità del virus trojan che l’infiltrato ha inserito nel telefono del nostro HVT. Facciamo un rapido check e risulta essere all’interno di un edificio di media grandezza, non lontano dal compound. Decidiamo di andare a verificare, l’edifico si trova alla base di quella che una volta era una funivia, scendiamo nel bosco, agevolmente e rapidamente. In circa quindici minuti siamo nei pressi dei muri. Ci appostiamo a una trentina di metri o poco più in ascolto. La nebbia non permette di fare osservazione a distanza quindi ci baseremo sulle voci. Il nostro target ha una erre moscia particolare ben distinguibile (lo sappiamo dai video che l’intelligence ci ha fornito prima della missione). Sentiamo almeno quattro Op.For. chiacchierare e sentiamo anche le comunicazioni radio che fanno con le loro pattuglie a presidio del territorio. Però niente CCSBEHO. Controlliamo la tracciatura digitale ed è confermato, il contatto si è spostato più a SE ed è fuori dalla nostra portata attualmente. Sicuramente si muove su un veicolo vista la velocità.
Decidiamo quindi di abbandonare temporaneamente quella zona e dirigerci sui server. Attraversiamo qualche prato, sempre avvolti da una nebbia fitta e spessa. Durante una breve pausa alziamo il drone per cercare di capire se sia visibile il compound (magari la nebbia è bassa). Negativo, 480 metri di nebbia. Inutilizzabile.
Siamo a 150 metri dall’area del target. Camminando lungo il sentiero individuiamo delle luci rosse. Tutti a terra.
Siamo coperti di fronte da un rialzo che profila l’intera strada perpendicolare a noi. Guardo meglio e capisco che le luci rosse provengono da un edificio. Perfetto. Lima e Geko si aprono da dietro passando a sinistra e in alto mentre Lost ed io facciamo un check nella parte destra dell’edificio. Nessuno è in vista ma sentiamo delle voci e un motore acceso. Facendo qualche passo oltre l’edificio scorgiamo un altro rudere. Lo verifichiamo mentre Lima e Geko stanno scaricando i dati sulla nostra periferica esterna.

Dietro l’angolo ci appare un bivacco, sicuramente è il luogo in cui fanno pausa i tango preposti a presidiare questo OBJ. Hanno lasciato i fucili a terra e loro sono una trentina di metri più avanti a chiacchierare, probabilmente con il cambio turno.
Niente di meglio, rimuoviamo uno dei perni di apertura dell’upper per rendere inservibili i due fucili, un HK416 e un SOPMOD. (OVVIAMENTE NON LO ABBIAMO FATTO REALMENTE, I FUCILI LI ABBIAMO SOLO SPOSTATI PERCHE’ I PROPRIETARI SAPESSERO CHE SIAMO STATI LI).
Esecuzione pulita e semplice, sfiliamo via nella nebbia tornando sui nostri passi.
Sono le 1800 circa ed è il momento di fare report a Mother e ricondizionarci per la notte. Indossiamo i completi termici, visore al fucile e facciamo un bel thè caldo per prepararci al freschetto della notte.
In pianificazione avevamo deciso di iniziare a verificare gli edifici partendo dall’alto quindi iniziamo a salire. Il paesaggio è semplicemente bellissimo. L’ultima luce del crepuscolo svanisce mentre noi rientriamo nella nebbia dai toni bluastri per i giochi di luce notturna.
Un sorriso appare sui nostri visi guardandoci e realizzando quanto sia stupefacente la situazione e lo scenario che ci si propone agli occhi.
Procediamo sui due edifici a Sud del compound. L’A.O. è pesantemente pattugliata con veicoli, il che ci costringe ad un continuo buttarsi per terra e fuori strada in un terreno molto scosceso e scivoloso. La nebbia è talmente fitta che il primo dei due lo passiamo senza accorgercene (lo guarderemo poi successivamente) e arriviamo dall’alto sul secondo. Un grosso edificio bianco. Nessuna luce in vista, nessuna traccia termica, nessun rumore.
Con la massima cautela, aspettandoci trappole o scherzi da parte della setta, controlliamo ogni stanza dello stabile.
Tutto pulito.
Marchiamo l’edificio come “verificato” e procediamo sul prossimo scendendo a valle.
C’è poco da fare. E’ il momento di capire cosa nascondano i Davidiani nel compound.
Iniziamo ad avvicinarci, vogliamo inserirci da Sud puntando al centro dei cinque edifici a più piani per vedere se ci sono luci in vista. Effettivamente una luce la notiamo già a distanza, nell’edificio a NE.
Nell’unico momento in cui stiamo attraversando l’incrocio ecco i fari improvvisi di un veicolo alle nostre spalle. Ci buttiamo a terra, io faccio un passo di troppo e rovino brutalmente in una fossa piena di rami scivolosissimi e con poca copertura se non alla mia destra (inutile).
Rimango immobile. Il veicolo non ci ha notati ma si ferma esattamente lungo la strada a fianco dell’edificio illuminato, probabilmente un controllo di routine. Mi trovo ad una ventina o poco più di metri dai tango che scendono e fanno 360 dal veicolo.
Vengo illuminato più volte ma, complice la nebbia e il mio vestito da albero, non vengo rilevato.
Mi sta venendo male ovunque in quanto sono caduto in una pessima posizione e non ho più potuto muovermi ma tengo duro e aspetto che i tango se ne vadano. Fortunatamente poco dopo accade e mi tiro su, uscendo dalla fossa. Neanche il tempo di raggiungere i miei compagni che un altro veicolo ci fa ributtare a terra. Adrenalina a mille. Come sospettavamo l’area del compound è fortemente sorvegliata e pattugliata.
Riusciamo a portarci al centro, in mezzo ai cinque edifici e vediamo la luce di prima esattamente davanti a noi, venti metri nemmeno. Sicuramente presidiato, distinguiamo almeno due tango.
Lost e Geko si muovono da SE per aggirare da destra e prendere l’altro tango che presidia quell’angolo mentre Lima e io approcceremo da SO. Il tango è fermo a fumare sull’angolo che vediamo noi. Ogni tanto esce e si sporge per dare una breve illuminata dietro (nella nostra direzione) quindi io rimango immobile a fare copertura a Lima che prova ad arrivare lungo muro.
Ci mettiamo un bel po’, il terreno non è particolarmente difficile ma è piuttosto sporco e non possiamo fare nessun tipo di rumore, ci troviamo a circa cinque metri dal tango che fuma e illumina. Non ho visuale diretta, è appena dietro l’angolo.
Continuo a coprire Lima mentre si muove e finalmente raggiunge l’angolo. Appena in sicurezza mi muovo anche io. Nemmeno il tempo di dire “bah” e sento qualche colpo uscire dal fucile di Lima. Ha visto un’opportunità quando il tango si è girato verso il suo compagno sull'altro angolo e l’ha colta eliminando entrambi senza se e senza ma.
Siamo in ballo, non hanno avuto modo di chiamare la QRF ma non sappiamo se ci siano altri Op.For. all’interno dell’edificio quindi andiamo di cattiveria.
Non ci sbagliavamo, non ci sono altri operatori ostili ma questo è un punto estremamente sensibile.
Rileviamo segnali di radioattività, scopriamo un deposito in cui sono conservati diversi contenitori di Cesio. Quindi è confermata la paura più grande del Bureau; armi di distruzione di massa in mano a degli esaltati barbuti Davidiani.
Faccio foto a tutto mentre Lima illumina, controlliamo tutte le stanzette e perquisiamo i cadaveri dei due tango a terra.
Corriamo via e aggiorniamo Mother sulla situazione.
Esaminando il nostro bottino scopriamo che il contenitore di Cesio è dotato di una chiusura personalizzata, apribile unicamente tramite una chiave magnetica specifica. Va’ trovata a tutti i costi.
L’ipotesi è che sia in mano a CCSBEHO in quanto capo della setta, lo tracciamo tramite il trojan e lo rileviamo in quello che abbiamo scoperto essere il loro H.Q. (la base della funivia dove eravamo già stati precedentemente). Ci muoviamo nel buio per identificarlo e confermare che sia lui. Abbiamo già una sua vecchia fotografia, ci sarà sufficiente una prova che sia esattamente Lui in A.O.
Ci fermiamo a una cinquantina di metri dall’H.Q. Op.For., lascio lo zaino per avvicinarmi stando più basso possibile con la fotocamera mentre Lost mi farà copertura. Lima e Geko si occuperanno del perimetro esterno mentre noi lavoriamo.
Troviamo un ottimo punto di osservazione. Prendo posizione a circa dieci\quindici metri dal focolare che hanno acceso i tango.
Attualmente sono in tre, tranquilli e non allertati. CCSBEHO deve essere di nuovo uscito per un giro di pattuglia.


Sentiamo tutto, conversazioni a voce e soprattutto la loro radio (in aperta).
Dopo una ventina di minuti sdraiati a osservare tre che cazzeggiano ecco la comunicazione radio che aspettavamo: “HQ per CC, in rientro su HQ”.
Mi preparo, arrivano due veicoli. Scendono diversi Op.For., all’interno dell’H.Q. adesso ci sono circa 10 tango.
Faccio foto e video ma poco materiale buono. Il fumo del fuoco si frappone tra me e i soggetti e le foto sono molto rumorose. Sento l’accento caratteristico dell’HVT ma non riesco a vederlo.
Dopo poco i veicoli ripartono e comunico “negativo, non ce l’ho”.
Sicuramente ritornerà quindi aspettiamo. Dopo un’altra mezzoretta rientra un veicolo. Sento CCSBEHO parlare. Scende dall’auto e si posiziona a sinistra del fuoco acceso, riesco a fargli un video ed estrapolare un fotogramma in cui è abbastanza riconoscibile.

La trasmettiamo a Mother che ci conferma essere lui.
Benissimo, ci sono volute circa un paio di ore ma è confermata la presenza del figlio di Koresh in A.O.
Adesso c’è un ultima cosa da risolvere, bisogna trovare il dispositivo di apertura del contenitore di Cesio. Ci muoviamo per andare a verificare i quattro edifici che mancano all’interno dell’A.O.
Ci muoviamo abbastanza velocemente, ogni cinque minuti un veicolo di pattuglia ci costringe a sdraiarci. Uno dei quali ci affumica con i gas di scarico.
Controlliamo i tre edifici a Sud del compound, liberi. Muoviamo sulla piccola baita vicina all’H.Q. (dalla parte opposta di dove abbiamo fatto osservazione noi) quindi scendiamo a valle e ci arriviamo aggirando l’H.Q. da NO.
Arriviamo alla baita, ultima speranza di trovare la chiave senza dover agire direttamente sulla Op.For. ma nulla. Non c’è nulla.
Ci fermiamo a riflettere vicino all’H.Q. (circa sessanta metri a NO), sotto il bordo strada.
Dopo un consulto tra di noi, con Mother, una pausa di mezzora circa, decidiamo che deve essere CCSBEHO ad avere in mano la chiave e quindi di agire con prepotenza.
Il software tracciatore ci conferma che l’HVT è in H.Q., ci sono diversi veicoli parcheggiati nel piazzale all’esterno dell’edificio (compreso il suo pick-up bianco) quindi sicuro al 99%.
Agiamo. Lima e io ci muoviamo silenziosamente nell’ombra fino a raggiungere il muretto di accesso all’edificio (da lì si entra direttamente dove hanno le tende e il fuoco). Lost e Geko fanno sicurezza esterna e, in caso di ingaggio entreranno da sinistra.
Punto all’interno mentre Lima sale ed entra, mi copre mentre salgo anche io.
Abbiamo circa 6 tango tranquilli a 3 metri che non ci hanno sentiti. Sono illuminati da un faretto che impedisce loro di vederci.
Non spariamo.
Gli camminiamo dentro.
Ovviamente si considerano colpiti vedendoci a 30 centimetri con i fucili in puntamento.
Comunico via radio “area sicura” e CCSBEHO è catturato.
E’ lui in possesso della chiave magnetica per aprire il contenitore di Cesio, procediamo, salutiamo e puntiamo all’esfiltrazione.
Ci muoviamo in fretta, preoccupati di eventuale QRF attiva e, raggiunto il punto della esfiltrazione confermiamo a Mother “Operazione conclusa, CHILD 08 chiude”.

-Presidio territoriale della setta confermato
-Attività di vendita illegale cripto valute della setta confermata
-Esecuzioni sommarie e stragi di civili confermate
-Attività di creazione ordigni ad alto potenziale per micro terrorismo confermata
-Attività di terrorismo di massa tramite armi nucleari confermata
-Presenza in A.O. dell’HVT CCSBEHO confermata
-CCSBEHO catturato, interrogato e messo a tacere: eseguito

Missione compiuta al 100% con grande successo.

18 km percorsi, 870 metri di ascesa.



Mohicano – Lupi del Moncenisio – CHILD 08
Over.